I BAMBINI E LA VIOLENZA IN TV
(Francesca Carolei) – Viviamo in un’epoca caratterizzata da una continua esposizione alle fonti di informazione. La televisione, internet, i social network ci bombardano di informazioni a tutte le ore del giorno. Per gli adulti non ci sono solitamente problemi: sappiamo gestire notizie dal forte impatto emotivo, ma siamo certi che sia così anche per i bambini che ci vivono accanto?
Molto spesso, in modo del tutto inconsapevole, lasciamo accesi computer e televisori, senza pensare a cosa i bambini potrebbero vedere e quali potrebbero essere le loro reazioni emotive. Riflettiamo: i telegiornali e le trasmissioni dei nostri canali tv sono pieni di cronaca nera. Lo stesso potremmo dire per telefilm e cartoni animati, spesso in onda in orario di fascia protetta, che contengono immagini e messaggi di violenza e di grande impatto emotivo. I bambini riescono a distinguere tra ciò che è reale e ciò che non lo è? Cosa comprendono dei messaggi che arrivano loro? Come devono comportarsi i genitori?
Innanzitutto, dobbiamo considerare come bambini di età diversa guardino al mondo in modo diverso. La fascia di età che va dai 5 ai 12 anni è quella più esposta all’apprendimento per imitazione dei modelli osservati. Fino all’adolescenza i ragazzi fanno fatica a distinguere nettamente tra finzione e realtà, tenuto conto che molte trasmissioni propongono contenuti verosimili. E’ quindi possibile che interpretino come reali o incombenti notizie che riguardino realtà molto distanti da loro o contenuti di fantasia. Non scordiamo che i bambini in età prescolare possono essere turbati non soltanto da immagini violente viste al telegiornale, ma anche da un cartone animato.
Mi verrebbe da dire che prevenire è meglio che curare e sarebbe opportuno “sorvegliare” i programmi cui i nostri figli hanno accesso. Ad esempio, si potrebbero limitare le ore di esposizione ai programmi tv o al pc, magari mettendo regole precise su quali trasmissioni si possano vedere. Inoltre, in molte case la televisione rimane accesa durante i pasti per ascoltare il telegiornale. Sarebbe auspicabile, laddove sia possibile, recuperare l’occasione dei pasti per poter parlare lasciando il televisore spento. Sappiamo bene come i telegiornali spesso mostrino immagini piuttosto crude o diano notizie angoscianti.
Cosa fare davanti al disagio di un bambino di fronte ad un contenuto visto in televisione o sul pc? Dipende dall’età. Per i bambini più piccoli sarebbe consigliabile distrarli con altre attività o stabilendo con loro un contatto fisico rassicurante. Maggiore sarà l’età del bambino, tanto più facile sarà aiutarlo ad elaborare le sue emozioni di fronte a dei contenuti problematici. In che modo? Cercando di capire cosa pensa delle notizie ascoltate. Accogliendo le sue domande, se ve ne sono. Dando risposte sincere. I bambini si accorgono se l’adulto cerca “a tirar via” infastidito o imbarazzato. Di fronte a contenuti riguardanti la morte si può dire al bambino che la tale persona è andata in cielo, ma solo se lo crediamo noi per primi. Di fronte al sesso si può parlare dei sentimenti ad esso collegati. Si possono anche dare risposte parziali, aggiungendo che si tratta di discorsi complessi che capirà meglio quando sarà grande. L’importante è essere sinceri: sarà apprezzato.
E’ importante che i bambini imparino a confrontarsi con il mondo non sempre benevolo che li circonda, ma questo deve accadere per gradi e sempre con la presenza vigile degli adulti, al fine di evitare inutili angosce.
Dottoressa Francesca Carolei
Psicologa-Psicoterapeuta
Tel. 338.2992864