Il Coordinamento Ambiente Tuscia a favore dell’impianto per la produzione di Biometano a Tarquinia

Il Coordinamento Ambiente Tuscia a favore dell’impianto per la produzione di Biometano a Tarquinia

BIOMETANO
Che i cambiamenti climatici colpiscano più duramente il Mediterraneo ce lo dice la scienza, Il Nostro Mare Nostrum sta rispondendo al global warming molto rapidamente. In particolare, l’evaporazione è maggiore di precipitazioni e apporti fluviali, temperatura e salinità aumentano ad un tasso due volte e mezzo maggiore rispetto alla seconda metà del XX secolo e superiore a quello degli oceani. Ciò significa che dobbiamo assolutamente contenere le emissioni di CO2.

Quindi, come Ambientalisti, non dobbiamo promuovere le “partigianerie e le forche” ma operare per aiutare il Pianeta a mantenere a basse le percentuali di PPM di carbonio che la scorsa Estate per la prima volta ed in tutto il Pianeta hanno registrato :concentrazioni di anidride carbonica nell’atmosfera con una media di 410 ppm (parti per milione), Vale ricordare che questo fenomeno, oltre ad “averci regalato” un 2018 come “anno più caldo da quando l’uomo è in grado di rilevare la temperatura” con 1,58° C in più, può portare altri tre pericolosi passaggi: 1) Innalzamento dei mari (che è in corso) con l’acqua salata che miscelandosi con l’acqua potabile (che sulla Terra è pari al 3% sul 100%) diventa salmastra, dando origine al secondo fenomeno 2) la distruzione della catena alimentare a cui segue il terzo passaggio 3)la famosa estinzione del genere umano sulla Terra (ll Ns CNR-ENEA che ha un budget da 300 milioni di euro/anno per le ricerche prevede questo fenomeno probabilmente entro questo secolo).

Parlamento EuropeoNon a caso l’Unione Europea nel Marzo 2018 ha emanato una direttiva tramite la quale, in attesa degli sviluppi del progetto mondiale ITER (i primi dovrebbero essere disponibili nel 2037) per la produzione di energia pulita per i prossimi 22 anni sul Pianeta, usando l’acqua, tutti gli Stati Membri sono tenuti sostituire dal 2018 al 2050 i “combustibili fossili” con i biocarburanti biometano e biocarburanti ottenuti da rifiuti, residui agricoli e alghe, tanto che avendo il biometano costi di produzione molto più elevati rispetto ai combustibili fossili, il MISE ha adottato questa direttiva Europea. La Gazzetta Ufficiale n. 65 del 19 marzo ha riportato il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 2 marzo 2018 “Promozione dell’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti”. Incentivi per 4,7 miliardi di euro di durata ventennale, lo scopo è quello di ridurre le emissioni di C02 nell’atmosfera di un 30% nel periodo 2018-2050, salvare almeno 150.000 vite umane/anno dalle 500.000 morti premature provocate da inquinamento dell’aria, dell’acqua del suolo in Europa, dove l’Italia detiene “purtroppo” il record con 100.000 morti premature/anno. Quindi non usando combustibili fossili per autotrazione o produzione di energia usando biometano e biocarburanti che non emettono C02 eviteremmo di emettere in atmosfera ben 5 Giga Tonnellate di C02 (5 miliardi di tonnellate).

IMPIANTODetto ciò, il Progetto del Consorzio Pellicano di Tarquinia, intende realizzare un impianto a biogas anaerobico (senza combustione) al fine di produrre biometano avanzato per autotrazione e/o per messa in rete (gas), significa importare meno combustibili fossili, quindi noi come Coordinamento Ambiente Tuscia siamo assolutamente favorevoli a questo tipo di impianti “salva pianeta” nell’egida dell’economia circolare realmente applicata. Constatiamo che mentre nel Nord Italia il ciclo della Filiera dei “rifiuti umidi” è quasi completo con la realizzazione di parecchi impianti a biogas, nel Centro Sud sia quasi inesistente, regalandoci uno scenario da Est Europa dove la FORSU viene interrata, qui da noi si fa lo stesso, si interra, una perdita economica incalcolabile che oltretutto non permette ai Comuni il taglio del 20% dell’ecotassa come legiferato dall’Europa, a pagare è sempre il cittadino in ogni caso !

Avendo un Comitato Scientifico d’eccellenza, siamo come Coordinamento Ambiente Tuscia, favorevoli a convegni sul tema per fare luce sulla filiera dei biocarburanti da rifiuti e da agricoltura sostenibile che porterebbe nella Tuscia 15.000 posti di lavoro ed un PIL da 1,5 miliardi di euro/anno producendo biocarburanti e prodotti agricoli di qualità tramite quella rotazione delle colture agricole inventate dagli “Etruschi” di cui Tarquinia ne era la capitale nel III°Sec. A.C.

Dopo “l’annuncite cronica” di alcune Forze politiche che una volta vinte le elezioni, avrebbero chiuso il 30° Impianto più inquinante del Mondo (la centrale termoelettrica di Civitavecchia) che ogni anno “brucia” oltre 4,5 milioni di tonnellate di carbone per produrre energia elettrica producendo nel quadrilatero Civitavecchia-Tarquinia-Tolfa-Allumiere oltre 900 morti premature/anno (studio epidemiologico Regionale 2012) e patologie tumorali e croniche di 3 individui su 5 (Registro Tumori ASL), Con l’Estate 2019 che richiederà più energia elettrica per l’innalzamento climatico per parecchi GW che saranno prodotti “bruciando” carbone, calce, gesso e rifiuti tutto ciò è inaccettabile, calcolando anche che a Civitavecchia è presente la quarta causa di inquinamento del Pianeta dovuta al traffico navale e che a Tarquinia le centraline di rilevamento delle emissioni inquinanti (come dichiarato in Consiglio Comunale da alcuni Consiglieri) sono nei magazzini Comunali invece di essere al loro posto !

COORDINAMENTO

Fonte Comunicato Stampa:  Coordinamento Ambiente Tuscia 

mikronet

Lascia un commento