CENTOQUARANTAQUATTRO MINUTI VELOCI COME IL VENTO
Un film agile come un balletto dall’impeccabile coreografia per raccontare una vendetta. La bravura di Johnny Hallyday rasenta la perfezione. Il regista Jonnie To si sorpassa mescolando i regolamenti di conti “Honk Kong stile” con i neri alla francese. Scene incredibili si alternano per la gioia degli occhi, come la sparatoria in un bosco dove gli assassini stanno facendo un pic nic al chiar di luna.
V E N G E A N C E
di Mariangiola Castrovilli
Indubbiamente il regista Johnnie To da Honk Kong, conosce il suo mestiere a meraviglia e lo ha dimostrato una volta in piu’ con Vengeance, in competizione qui a Cannes.
Centoquarataquattro minuti veloci come il vento ed agili come un balletto dall’impeccabile coreografia per raccontare una vendetta. A Macao una famiglia composta da marito cinese e mogli francese con due bambini piccoli e’ stata massacrata da una gang prezzolata ed il padre di lei Costello parte da Parigi per vendicarla.
Ma a Macao questo signore con impermeabile e cappello non conosce nessuno. Si farà aiutare da tre gangster cinesi, che qui vediamo solo sul lavoro, perfetti e sincronizzati come orologi svizzeri, contro i tre assassini che invece troviamo perfettamente inseriti nelle rispettive famiglie.
Mister Costello ha i magnetici occhi blu di Johnny Hallyday e la sua bravura di attore consumato che qui in Vengeance rasenta la perfezione.
E Jonnie To si sorpassa mescolando il regolamenti di conti Honk Kong stile con i neri alla francese e chiamando Jeff Costello l’eroe venuto da occidente quarant’anni più tardi del personaggio di Melville in Samurai.
Scene incredibili si alternano per la gioia degli occhi, come la sparatoria in un bosco dove gli assassini stanno facendo un pic nic al chiar di luna o quella con gli ombrelli che strizza l’occhio a Sparrow, il precedente film di To. Inutile dire che To ed Hallyday, in giacca blu e pantaloni neri come gli occhiali che generalmente non si toglie ma che per noi ha avuto la gentilezza di sollevare, hanno focalizzato l’attenzione di giornalisti e fotografi.
Hallyday, tornare a Cannes dopo Detective di Godarda 24 anni di distanza… «Confesso di essere molto orgoglioso, anche perchè mai avrei pensato che fosse possibile con un nero girato in inglese a Hong Kong. Però ricordo anche di aver detto a Godard presentando Detectiv fuori concorso cheun giorno ci sarei tornato in competizione, solo che ho impiegato 25 anni…».
segue … >>>
Un film agile come un balletto dall’impeccabile coreografia per raccontare una vendetta. La bravura di Johnny Hallyday rasenta la perfezione. Il regista Jonnie To si sorpassa mescolando i regolamenti di conti “Honk Kong stile” con i neri alla francese. Scene incredibili si alternano per la gioia degli occhi, come la sparatoria in un bosco dove gli assassini stanno facendo un pic nic al chiar di luna.
V E N G E A N C E
di Mariangiola Castrovilli
Indubbiamente il regista Johnnie To da Honk Kong, conosce il suo mestiere a meraviglia e lo ha dimostrato una volta in piu’ con Vengeance, in competizione qui a Cannes.
Centoquarataquattro minuti veloci come il vento ed agili come un balletto dall’impeccabile coreografia per raccontare una vendetta. A Macao una famiglia composta da marito cinese e mogli francese con due bambini piccoli e’ stata massacrata da una gang prezzolata ed il padre di lei Costello parte da Parigi per vendicarla.
Ma a Macao questo signore con impermeabile e cappello non conosce nessuno. Si farà aiutare da tre gangster cinesi, che qui vediamo solo sul lavoro, perfetti e sincronizzati come orologi svizzeri, contro i tre assassini che invece troviamo perfettamente inseriti nelle rispettive famiglie.
Mister Costello ha i magnetici occhi blu di Johnny Hallyday e la sua bravura di attore consumato che qui in Vengeance rasenta la perfezione.
E Jonnie To si sorpassa mescolando il regolamenti di conti Honk Kong stile con i neri alla francese e chiamando Jeff Costello l’eroe venuto da occidente quarant’anni più tardi del personaggio di Melville in Samurai.
Scene incredibili si alternano per la gioia degli occhi, come la sparatoria in un bosco dove gli assassini stanno facendo un pic nic al chiar di luna o quella con gli ombrelli che strizza l’occhio a Sparrow, il precedente film di To. Inutile dire che To ed Hallyday, in giacca blu e pantaloni neri come gli occhiali che generalmente non si toglie ma che per noi ha avuto la gentilezza di sollevare, hanno focalizzato l’attenzione di giornalisti e fotografi.
Hallyday, tornare a Cannes dopo Detective di Godarda 24 anni di distanza… «Confesso di essere molto orgoglioso, anche perchè mai avrei pensato che fosse possibile con un nero girato in inglese a Hong Kong. Però ricordo anche di aver detto a Godard presentando Detectiv fuori concorso cheun giorno ci sarei tornato in competizione, solo che ho impiegato 25 anni…».
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Cosa conosceva di To e come è stato lavorare con un regista che parla solo la sua lingua? «Intanto una grossa chance quella di girare con un autore come To, di cui conoscevo solo PTU che avevo visto al festival del poliziesco di Cognac. In seguito ho visto in Dvd Electio 1&2 e Exiles, tutti bellissimi. In quanto al comunicare lo facevamo con l’assistente di To che ci traduceva reciprocamente ed era lui a dirmi cosa Johnnie si aspettattasse da me. Mi ha lasciato carta bianca sul piano interpretativo, mentre era molto esigente perché rispettassi i segni per terra…».
Mr To e lei invece cosa sapeva di Hallyday attore e cantante e come gli ha chiesto di interpretare per il suo Costello? «di Johnny non sapevo niente perche’ in principio avevo pensato a Delon. Johnny mi e’ stato suggerito dai coproduttori francesi del film, per cui lo vidi in L’uomo del treno e nei dvd delle sue due ultime tournee. L’ho incontrato invece per la prima volta in un ristorante a Parigi e sono rimasto affascinato dal suo volto e dai suoi occhi dove si leggono tante storie e tante emozioni. In quanto al lavoro non volevo che, come Costello avesse subito l’aria di un assassino. Mi sembrava più interessante che gli spettatori lo vedessero come un uomo discreto di una certa età con un passato sconosciuto. Il suo modo minimalista di recitare era perfetto per il ruolo. Infatti sul suo passaporto c’é scritto chef perche’ a Parigi possiede un ristorante ma vent’anni prima era stato un killer».
Hallyday è vero che Delon, a suo tempo interprete del Costello di Melville è venuto a salutarla prima che partisse per Honk Kong…? «Si, e la cosa divertente è che mi ha portato una colt 45 che aveva usato in Samurai. Sul calcio da una parte c’era inciso Alain e sull’altro Johnny dicendomi ‘passo il relai da un Costello all’altro’. Ho molto apprezzato il suo gesto così generoso».
Mr To lei aveva già cominciato a preparare il remake di Red Circle di Melville quando si e’ interrotto. E’ una pausa di riflessione o cosa? «Diciamo che ci vuole tempo. Non ero soddisfatto con la sceneggiatura e se non va bene a me non va bene a nessuno. Però questo film è per me una priorità. Probabilmente girerò prima Morte di un ostaggio, una produzione di Honk Kong e poi, speriamo che tocchi a Red Circle».
Hallyday le ha fatto un ultimo concerto in questi giorno per dire addio alle scene, cosa vede nel suo futuro, magari ancora cinema? «Visto che ho deciso di smettere di cantare, voglio dedicarmi solo alla settima arte. Mi hanno già proposto il ruolo che fu di Yves Montand nel remake del circolo Rosso di Jean Pierre Melville che dovrebbe girare appunto Johnnie To. Ma l’avvenire, come sa, riposa sulle ginocchia di Giove» conclude con un bel sorriso Hallyday.
FILMATO TRATTO DA WWW.VISUM.IT