GENITORIALITA’
(Francesca Carolei) – Per diversi anni ho avuto il ruolo di consulente presso un istituto comprensivo: specificatamente mi occupavo di ragazzi delle scuole medie inferiori. Una delle maggiori difficoltà che ho avuto modo di riscontrare nel lavoro con i minori è stato, paradossalmente, il rapporto con i genitori. Si dovrebbe pensare, a rigor di logica, che la maggiore preoccupazione di un genitore sia il benessere del figlio, ivi compreso il benessere psicologico. Ebbene, la situazione è più complessa.
Molto spesso anche i genitori più attenti tendono a minimizzare le segnalazioni di disagio psicologico riguardo i figli che vengono fatte dagli insegnanti o dalla psicoterapeuta. Le motivazioni sono le più diverse: si va da problemi familiari, alla nascita di un fratellino o di una sorellina, al cambiamento di residenza, a difficoltà a relazionarsi con i compagni, ad episodi di bullismo e così via. La lista potrebbe ancora continuare.
Solitamente, il genitore nega ogni difficoltà, o tende comunque a minimizzarla. E questo accade, credetemi, in tutti gli strati sociali: sia tra coloro che non hanno strumenti culturali per comprendere la situazione, sia tra coloro che, paradossalmente, ne avrebbero. Perché? I motivi sono i più disparati. Cerchiamo di capire.
Innanzitutto, il disagio psicologico nel nostro Paese è ancora un tabù per molte persone. Si va più volentieri a farsi fare l’oroscopo che non a consulto da un professionista dell’igiene mentale. L’idea di consultare un terapeuta, o che il proprio figlio ne abbia bisogno, sconvolge più di un genitore. Siamo davanti ad una vera e propria negazione del problema. La negazione sarà tanto più ostinata quanto più il ragazzino sarà bravo a scuola, quasi che i bei voti mettano automaticamente al riparo da ogni possibilità di disagio. Ricordo ancora un colloquio con la madre di una bambina molto brava a scuola ma con delle difficoltà relazionali. La signora, solo apparentemente collaborativa, sottolineava ostinatamente il fatto che la figlia fosse la prima della classe. Certo, voleva essere consigliata, ma essendo la figlia così brillante negli studi non poteva avere problemi. Si spera che, negando il problema, esso scompaia come per magia. Sarebbe bello se le cose stessero così.
Una situazione che si verifica assai spesso è anche il riconoscimento del disagio, ma accompagnato da un’aspettativa “magica” nei confronti dei docenti e del professionista dell’igiene mentale. La richiesta, in questo caso è pressappoco la seguente: «E’ vero, mio figlia/o ha un problema, ditemi cosa devo fare e lo faccio». Apparentemente sembrerebbe una situazione di maggiore cooperazione, ma non è così. Ciò che viene richiesto è una sorta di “formula magica” da mettere in atto immediatamente
e che funzioni in pochissimo tempo. La proposta di rivolgersi a degli specialisti per un consulto viene quasi subito scartata. Richiederebbe troppo tempo e chissà che spesa. Esistono però dei colleghi molto bravi anche nel SSN. Qual è il vero problema, allora? Direi che è il mettersi in discussione come genitore. Il pensiero di rivolgersi ad un terapeuta implica per molte persone uno spettro davvero spaventoso: il fallimento. L’aver fallito come genitore. I figli vengono spesso percepiti non come individui, ma come un prolungamento di se stessi. Per tale motivo, il fatto che un figlio abbia dei problemi implica il fantasma di un fallimento personale e il dover magari riconoscere in se stessi, nei propri conflitti irrisolti, la radice di tali difficoltà.
La propria fragilità si riflette nei figli come in uno specchio: far finta di nulla non la renderà meno reale. Insegnanti e terapeuti che operano nella scuola cercano di individuare le situazioni di disagio sul nascere proprio per prevenire difficoltà più gravi, ma certo non possono riuscirci senza la collaborazione delle famiglie.
I genitori hanno bisogno di essere educati alla comprensione per riconoscere ed accettare al meglio le proprie fragilità e quelle dei propri figli, in un cammino di crescita da intraprendere insieme, mano nella mano.
Dottoressa Francesca Carolei
Psicologa-Psicoterapeuta