CONTROVENTO rubrica a cura di Ilaria Giovinazzo

Obiettivo Iran:

come distruggere uno stato scomodo… III° atto

Iran Molta gente ascoltando i fatti di questi ultimi mesi e credendo ciecamente a ciò che sia l’America sia l’Inghilterra, senza dimenticare il nostro Paese dicono del cosiddetto ‘affare Iran’, ha concluso che il gesto iraniano di non congelare il suo programma nucleare sia un atto gravissimo  latore di terribili futuri sviluppi a carattere apocalittico.

Bene, quel che è importante è mantenere la calma e riflettere sui fatti, analizzando tutte le motivazioni al riguardo.

Primo punto importante: l’Iran, probabilmente, sapeva benissimo che prima o poi l’America avrebbe messo gli occhi sulle sue riserve petrolifere che producono ogni anno tra i 200-205 milioni di tonnellate di greggio, la metà dei quali viene esportata. Sapeva anche che dopo l’attacco all’Iraq loro (o la Siria) sarebbero stati il prossimo obiettivo possibile…
Altro fatto importante di cui l’Iran era ed è ben consapevole: l’America, ora come ora, coi soldati impegnati in Iraq e in Afghanistan non ha le risorse militari e umane necessarie per un’altra guerra di ‘conquista’ (perché basta nascondercelo, questo è stato il fine delle due guerre scatenate in medioriente negli ultimi anni, la costruzione della democrazia posticcia è la maschera di comodo usata per tranquillizzare e tacitare l’opinione pubblica). Per risolvere questo problema, l’America ha dunque bisogno di portare dalla sua parte anche l’Europa e soprattutto quei Paesi dell’Europa che in Iraq si sono rifiutati di andare…

Obiettivo Iran:

come distruggere uno stato scomodo… III° atto

Iran Molta gente ascoltando i fatti di questi ultimi mesi e credendo ciecamente a ciò che sia l’America sia l’Inghilterra, senza dimenticare il nostro Paese dicono del cosiddetto ‘affare Iran’, ha concluso che il gesto iraniano di non congelare il suo programma nucleare sia un atto gravissimo  latore di terribili futuri sviluppi a carattere apocalittico.

Bene, quel che è importante è mantenere la calma e riflettere sui fatti, analizzando tutte le motivazioni al riguardo.

Primo punto importante: l’Iran, probabilmente, sapeva benissimo che prima o poi l’America avrebbe messo gli occhi sulle sue riserve petrolifere che producono ogni anno tra i 200-205 milioni di tonnellate di greggio, la metà dei quali viene esportata. Sapeva anche che dopo l’attacco all’Iraq loro (o la Siria) sarebbero stati il prossimo obiettivo possibile…
Altro fatto importante di cui l’Iran era ed è ben consapevole: l’America, ora come ora, coi soldati impegnati in Iraq e in Afghanistan non ha le risorse militari e umane necessarie per un’altra guerra di ‘conquista’ (perché basta nascondercelo, questo è stato il fine delle due guerre scatenate in medioriente negli ultimi anni, la costruzione della democrazia posticcia è la maschera di comodo usata per tranquillizzare e tacitare l’opinione pubblica). Per risolvere questo problema, l’America ha dunque bisogno di portare dalla sua parte anche l’Europa e soprattutto quei Paesi dell’Europa che in Iraq si sono rifiutati di andare…

E, altra necessità, stavolta non è possibile scavalcare a piè pari il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, come si è fatto per l’Iraq ma occorre il suo beneplacito.

Tutto sembra quadrare.

Manca il movente. In Iraq si sono sganciate le bombe a causa di ipotetiche ‘armi di distruzione di massa’ mai trovate, poi si creò un altro movente, poi in ultimo il movente fu che era necessario ‘esportare la democrazia in medioriente’ e il modo migliore era attaccare un Paese con una guerra preventiva e illegale. Davvero un’ottimo metodo di esportazione.
I moventi stavolta si stanno creando pian piano. Prima si è cominciato a dare un peso incredibile alle parole, pure gravi e deplorevoli, del presidente iraniano Ahmadinejad (perché pur se vi è una teocrazia in Iran non vi è una dittatura) sul fatto che ‘Israele non debba esistere’, cosa pensata e detta e condivisa sia dal presidente iraniano precedente sia dagli altri stati arabi, tranne forse Giordania ed Egitto; parole che adesso sbandierate e volutamente sottolineate vengono fatte passare come una dichiarazione di guerra a Israele.
L’altro grande movente è la pretesa dell’Iran di continuare il suo programma nucleare,Iran bloccato dall’Aiea per paura che l’Iran si dotasse di armi atomiche. Effettivamente non credo che L’Iran voglia utilizzare la tecnologia nucleare esclusivamente a fini civili, perché di fonti di energia il Paese non è privo; ma anche se il fine dovesse essere, come probabilmente è, quello di dotarsi di armi nucleari è proprio vero che il rischio è quello di distruggere Israele con la bomba atomica?
Non scherziamo! L’Iran è letteralmente circondato da Paesi che possiedono armi nucleari: la Russia, l’India, il Pakistan, la Cina, per non parlare di Israele con le sue duecento testate nucleari.
Non sarà che possedere armi nucleari (per quanto io ritenga orribile l’uso dell’energia atomica a fini militari) sia un diritto di difesa dell’Iran? Non sarà che il fatto di possedere armi nucleari potrebbe servire a non farlo sentire facile preda di altri che quelle armi le possiedono?

La grande paura dell’America, e forse anche di alcuni paesi dell’Europa, è che l’Iran  dotandosi di armi atomiche possa diventare non più attaccabile. Chi si sogna infatti di attaccare la Cina? O la Corea? O il Pakistan? O la Russia? Immaginate cosa potrebbe succedere.
A detta dell’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani “L’atteggiamento coloniale è la principale ragione dietro l’opposizione dell’Occidente alle attività nucleari pacifiche dell’Iran”. Paese atomico uguale paese intoccabile. E invece in Medioriente da toccare c’è molto. La tesi dell’inattaccabilità è sostenuta anche dallo studioso americano John Mearsheimer che afferma che lo scopo della politica di non proliferazione delle armi nucleari è in realtà non quello di prevenire possibili attacchi nucleari ma quello di “prevenire tutto ciò che può limitare la libertà d’azione degli Stati Uniti nei loro rapporti con gli altri Paesi: perché uno Stato dotato di armi nucleari diventa inattaccabile.”

Per concludere, vi rimando ad un articolo di Giulietto Chiesa, scritto nel novembre 2004 (in tempi non sospetti dunque) che a molti farà venire i brividi ma che almeno aprirà gli occhi a coloro che ancora credono che non vi sia alcun disegno dietro tutto quel che sta accadendo in Medioriente.
 

da L’Ernesto di dicembre-novembre 2004
di Giulietto Chiesa

ALTRI LINK:

La guerra che verrà

mikronet

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