IO VOGLIO PARLARE
OFFICINA TEATRO
Aversa – sabato 29 marzo ore 21 e domenica 30 ore 19.00
una produzione “Prima Quinta” di e con: Aldo Rapè
regia: Nicola Vero
A D U N P A S S O D A L C I E L O : “ W L A M A F I A ”
Calogero Nicosia è un uomo di 30 anni ma da bambino, però, vede cadere in un agguato mafioso i propri genitori. Un’esperienza che gli cambierà, per sempre la vita e il modo di pensare.
Nel giorno del suo diciottesinmo compleanno decide di trasferirsi e di vivere in alto, su un albero o, meglio, su qualcosa di immaginario, proprio ad un passo dal cielo dove, finalmente, scoprirà, la bellezza della libertà, l’autenticità della natura ed anche se stesso. Lassù si sente invincibile perché può combattere il mostro, proprio come suo padre glelo ha approssimativamente descritto quando era bambino, evitando i suoi colpi riuscendo, con rabbia e dolore, a deriderlo e denigrarlo urlando: “W LA MAFIA”. Un modo per esorcizzare la paura di cui è invasato, ma anche un modo per sentire più vicini i propri genitori.
La frase mi colpì in modo particolare sia per l’effetto del contenuto, ma anche per il modo e la giornata in cui fu pronunciata. Era il 19 Luglio del 1992. Il giudice Paolo Borsellino insieme ad altri innocenti veniva barbaramente ucciso in via d’Amelio a Palermo.
Conoscevo poco o niente della vita di quel magistrato e così della vita di tutti gli altri.
Un attimo dopo mi voltai e la buffa signora non c’era più.
Sin da bambino ho cercato sempre di informarmi sui fatti di cronaca della mia regione d’origine: La Sicilia.
D’altronde non potevi fare altro. I gazzettini e le televisioni riportavano sempre le stesse notizie. Unica protagonista incontrastata degli “scoop” era LA MAFIA.
Ogni tanto ricordo di averne parlato con i miei genitori e puntualmente se ne uscivano sempre con la stessa favola, quella dei buoni e dei cattivi.
Ripensando alla frase, un interrogativo immediato: Chissà come si sentono adesso i figli ed i parenti delle vittime? Quali sono i loro sentimenti? Odio? Tristezza?…
E se accadesse a me una cosa simile?
Sono trascorsi tanti anni e solo adesso provo a scrivere la storia di uno di loro… per non dimenticare… Sono Siciliano e non posso starmene zitto. (Aldo Rapè)
OFFICINA TEATRO
Aversa – sabato 29 marzo ore 21 e domenica 30 ore 19.00
una produzione “Prima Quinta” di e con: Aldo Rapè
regia: Nicola Vero
A D U N P A S S O D A L C I E L O : “ W L A M A F I A ”
Calogero Nicosia è un uomo di 30 anni ma da bambino, però, vede cadere in un agguato mafioso i propri genitori. Un’esperienza che gli cambierà, per sempre la vita e il modo di pensare.
Nel giorno del suo diciottesinmo compleanno decide di trasferirsi e di vivere in alto, su un albero o, meglio, su qualcosa di immaginario, proprio ad un passo dal cielo dove, finalmente, scoprirà, la bellezza della libertà, l’autenticità della natura ed anche se stesso. Lassù si sente invincibile perché può combattere il mostro, proprio come suo padre glelo ha approssimativamente descritto quando era bambino, evitando i suoi colpi riuscendo, con rabbia e dolore, a deriderlo e denigrarlo urlando: “W LA MAFIA”. Un modo per esorcizzare la paura di cui è invasato, ma anche un modo per sentire più vicini i propri genitori.
La frase mi colpì in modo particolare sia per l’effetto del contenuto, ma anche per il modo e la giornata in cui fu pronunciata. Era il 19 Luglio del 1992. Il giudice Paolo Borsellino insieme ad altri innocenti veniva barbaramente ucciso in via d’Amelio a Palermo.
Conoscevo poco o niente della vita di quel magistrato e così della vita di tutti gli altri.
Un attimo dopo mi voltai e la buffa signora non c’era più.
Sin da bambino ho cercato sempre di informarmi sui fatti di cronaca della mia regione d’origine: La Sicilia.
D’altronde non potevi fare altro. I gazzettini e le televisioni riportavano sempre le stesse notizie. Unica protagonista incontrastata degli “scoop” era LA MAFIA.
Ogni tanto ricordo di averne parlato con i miei genitori e puntualmente se ne uscivano sempre con la stessa favola, quella dei buoni e dei cattivi.
Ripensando alla frase, un interrogativo immediato: Chissà come si sentono adesso i figli ed i parenti delle vittime? Quali sono i loro sentimenti? Odio? Tristezza?…
E se accadesse a me una cosa simile?
Sono trascorsi tanti anni e solo adesso provo a scrivere la storia di uno di loro… per non dimenticare… Sono Siciliano e non posso starmene zitto. (Aldo Rapè)
Caffè Letterario “Antico Palazzo”
via Gaetano Parente
Officina Teatro, il neonato spazio teatrale di San Leucio, che nella sua programmazione di impegno civile offre molto spazio a lavori che raccontano storie di mafia e camorra, grazie alla collaborazione e all’ospitalità del caffè letterario “Antico Palazzo” di Aversa e all’associazione “Libera” di Caserta presenterà, il prossimo 27 marzo, l’incontro <“W la mafia”: Ma io voglio parlare> un’occasione per incontrare l’attore siciliano Aldo Rapè che anticiperà dieci minuti del proprio monologo, “Ad un passo dal cielo: w la mafia”, che andrà poi in scena ad Officina Teatro il 29 ed il 30 marzo.
A seguire un dibattito con il quale si vorranno illustrare quelle tematiche dalle quali è necessario partire per aumentare sempre più il numero di coloro i quali vogliono far parte di quella società responsabile con la quale, quotidianamente, ci si dovà impegnare per raggiungere l’emancipazione civile e sociale: Beni confiscati, libera informazione, sana politica ed impegno della cittadinanza.
A conclusione dei lavori sarà possibile degustare i prodotti di Libera Terra realizzati sui beni confiscati alla criminalità organizzata.
Nicola Graziano (magistrato)
Interverranno:
Lorenzo Diana (Senatore della XII legislatura)
Valerio Taglione (coordinatore provinciale dell’associazione Libera)
Mauro Baldascino (coordinatore dell’Osservatorio Provinciale sui Beni Confiscati)
Arch. Massimilano Rendina (Facoltà di Architettura di Aversa)
Sergio Nazzaro (giornalista e scrittore)
Ufficio Stampa e Organizzazione
Caffè Letterario “Antico Palazzo”
Aversa – Via Gaetano Parente 2
081/5031576