I FUORI CONCORSO DEL ROMA FILM FEST 2008

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMAManfredonia:

«Da una parte la battaglia che ‘si può fare’, dall’altra visto che si trattava di storie accadute realmente ci voleva una regola, tutto doveva sembrare vero».

S  I     P  U  O ’    F  A  R  E
di   Mariangiola Castrovilli

SI PUO' FARE

Una storia vera che diverte, commuove e, soprattutto fa pensare il film di Giulio Manfredonia Si può fare”  con Claudio Bisio, Anita Caprioli, Andrea Bosca, Giovanni Calcagno, Giuseppe Battiston e Giorngio Colangeli tutti strepitosamente bravi. Nello (Claudio Bisio) insuperabile in questo ruolo drammatico, è un sindacalista troppo avanti coi tempi, per cui viene mandato a dirigere una cooperativa di ex malati mentali dimessi dai manicomi dopo la legge Basaglia, che non sanno far niente e vivono di assistenza.

Nello però ha altre idee. Una cooperativa deve saper produrre, perciò, oltre a restituire ai picchiatelli la propria dignità, rivolgendosi loro con signore e signora, cerca di spingerli ad imparare un mestiere. Perché non cominciare allora col montare parquet. Da un contrattempo, la mancanza del legno per ultimare un appalto, due schizofrenici Gigio (Andrea Bosca) e Luca (Giovanni Calcagno) con la passione di far combaciare pezzi irregolari, creano un ‘parquet mosaico’ che andrà subito per la maggiore, procurando sempre più lavoro.

Nello con l’aiuto del dottor Furlan (Giuseppe Battiston) cerca di fare un altro passo quello di ridurre gli psicofarmaci che intontiscono gli ormai ‘soci’ della cooperativa. Lo psichiatra Del Vecchio (Giorgio Colangeli) convinto della bontà dei sedativi e che la malattia mentale guarisca solo con la morte, non è d’accordo. Messo in minoranza viene allontanato e i ‘nostri’ cominciano finalmente a vivere con desideri fino ad allora sconosciuti, sesso, casa, amore. Non tutti pero sono pronti a questo nuovo confronto con la realtà per cui davanti ad un evento tragico Nello si rende conto di aver osato troppo e che le sue scelte hanno causato un danno irreparabile. Manfredonia qui con un colpo di coda, rovescia ancora una volta la situazione portandoci ad un finale più sereno e decisamente ottimista.

segue … >>>


FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMAManfredonia:

«Da una parte la battaglia che ‘si può fare’, dall’altra visto che si trattava di storie accadute realmente ci voleva una regola, tutto doveva sembrare vero».

S  I     P  U  O ’    F  A  R  E
di   Mariangiola Castrovilli

SI PUO' FARE

Una storia vera che diverte, commuove e, soprattutto fa pensare il film di Giulio Manfredonia Si può fare”  con Claudio Bisio, Anita Caprioli, Andrea Bosca, Giovanni Calcagno, Giuseppe Battiston e Giorngio Colangeli tutti strepitosamente bravi. Nello (Claudio Bisio) insuperabile in questo ruolo drammatico, è un sindacalista troppo avanti coi tempi, per cui viene mandato a dirigere una cooperativa di ex malati mentali dimessi dai manicomi dopo la legge Basaglia, che non sanno far niente e vivono di assistenza.

Nello però ha altre idee. Una cooperativa deve saper produrre, perciò, oltre a restituire ai picchiatelli la propria dignità, rivolgendosi loro con signore e signora, cerca di spingerli ad imparare un mestiere. Perché non cominciare allora col montare parquet. Da un contrattempo, la mancanza del legno per ultimare un appalto, due schizofrenici Gigio (Andrea Bosca) e Luca (Giovanni Calcagno) con la passione di far combaciare pezzi irregolari, creano un ‘parquet mosaico’ che andrà subito per la maggiore, procurando sempre più lavoro.

Nello con l’aiuto del dottor Furlan (Giuseppe Battiston) cerca di fare un altro passo quello di ridurre gli psicofarmaci che intontiscono gli ormai ‘soci’ della cooperativa. Lo psichiatra Del Vecchio (Giorgio Colangeli) convinto della bontà dei sedativi e che la malattia mentale guarisca solo con la morte, non è d’accordo. Messo in minoranza viene allontanato e i ‘nostri’ cominciano finalmente a vivere con desideri fino ad allora sconosciuti, sesso, casa, amore. Non tutti pero sono pronti a questo nuovo confronto con la realtà per cui davanti ad un evento tragico Nello si rende conto di aver osato troppo e che le sue scelte hanno causato un danno irreparabile. Manfredonia qui con un colpo di coda, rovescia ancora una volta la situazione portandoci ad un finale più sereno e decisamente ottimista.

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SI PUO' FARE - locandina film

Claudio Bisio mattatore alla conferenza stampa che alla domanda come mai Si può fare non sia in concorso, risponde fulmineo, «dov’è Rondi? Manfredonia è un ecumenico». E poi continuando in tono serio «quando ho letto la sceneggiatura mi sono emozionato, soprattutto all’ultima pagina dove si legge che è una storia vera».

Manfredonia, il racconto di una favola, un’utopia che si realizza… «e proprio per questo bisognava che questi due elementi fossero presenti. Da una parte la battaglia che ‘si può fare’, dall’altra visto che si trattava di storie accadute realmente ci voleva una regola, tutto doveva sembrare vero».

Un progetto che deve aver preso parecchio tempo… «Quattro anni. Prima di scrivere la sceneggiatura» dice il regista «abbiamo visitato la cooperativa Noncello di Pordenone e frequentato a lungo un centro di igiene mentale vicino a Milano. I quasi due anni di incontri con pazienti veri oltre ad essere stata un’esperienza umana bellissima, è stata alla base del lavoro di scrittura prima e di regia dopo. La sfida era quella di calare nella nostra storia personaggi credibili e ‘autonomi’.»

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA

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