IL FILM DI MAURIZIO SCAPARRO CHIUDE FUORI CONCORSO IL ROMA FILM FEST

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA

Uno strepitoso Massimo Ranieri che invecchiando assomiglia sempre più a Eduardo
L ’    U  L  T  I  M  O     P  U  L  C  I  N  E  L  L  A
di  Mariangiola Castrovilli

L'ULTIMO PULCINELLA

Bello l’ultimo film di Maurizio Scaparro, grande regista prevalentemente teatrale ma che sa usare il mezzo filmico a meraviglia. Per lui teatro e cinema dovrebbero allearsi contro ignoranza e violenza, proprio come ne ‘L’ultimo Pulcinella’, interpretato da Massimo Ranieri, che chiude fuori concorso il Festival Internazionale del Film di Roma. Bello per la poesia, la bravura del cast capitanato da un Massimo Ranieri strepitoso che, invecchiando, somiglia sempre di più ad Eduardo. Girato tra Napoli e Parigi poco ville lumiere e molta banlieu, una periferia poco vista che ti affascina e ti prende il cuore. Pericolosa per i più, tenuta d’occhio dalla polizia ma casa per gruppi multietnici che lì trovano una propria identità e dimensione.

Liberamente ispirato da un soggetto di Roberto Rossellini si parte da Napoli dove Michelangelo (Ranieri) un attore non più giovanissimo che stenta a guadagnarsi la vita  continuando a recitare per strada ‘le storia di Pulcinella’. Con suo figlio Francesco (Domenico Balsamo) ha un rapporto difficile, ed il ragazzo che ha assistito ad un omicidio di mafia scappa a Parigi dalla sua amica Cecilia (Carla Ferraro).

L'ULTIMO PULCINELLA - locandina film

Il padre preoccupato lo raggiunge a Parigi dove ritrova un vecchio amico (Jean Sorel) professore alla Sorbona e Faiza, la sua assistente (Margot Dufrene) che lo aiuteranno a riconquistare la fiducia del figlio. Insieme conoscono una vecchia ex attrice (Adriana Asti) che adesso vive come proprietaria e custode in un teatro ormai decaduto ma pieno di fascino di questa banlieu. Sarà Cecilia che ha una grande influenza politica su molti giovani del quartiere magrebini, francesi, italiani, ad aiutarlo a realizzare un sogno di tanti italiani del passato, rimettere in sesto il teatro e riinaugurarlo con una pièce ispirata ad un soggetto inedito di Rossellini su Pulcinella.
Tra  tensioni  continue e scontri con la polizia nel quartiere Michelangelo creerà però un nuovo spazio dove la dignità e l’utilità dell’artista sia riconosciuta a Parigi come a Napoli, nell’Europa di oggi.

segue … >>>

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Uno strepitoso Massimo Ranieri che invecchiando assomiglia sempre più a Eduardo
L ’    U  L  T  I  M  O     P  U  L  C  I  N  E  L  L  A
di  Mariangiola Castrovilli

L'ULTIMO PULCINELLA

Bello l’ultimo film di Maurizio Scaparro, grande regista prevalentemente teatrale ma che sa usare il mezzo filmico a meraviglia. Per lui teatro e cinema dovrebbero allearsi contro ignoranza e violenza, proprio come ne ‘L’ultimo Pulcinella’, interpretato da Massimo Ranieri, che chiude fuori concorso il Festival Internazionale del Film di Roma. Bello per la poesia, la bravura del cast capitanato da un Massimo Ranieri strepitoso che, invecchiando, somiglia sempre di più ad Eduardo. Girato tra Napoli e Parigi poco ville lumiere e molta banlieu, una periferia poco vista che ti affascina e ti prende il cuore. Pericolosa per i più, tenuta d’occhio dalla polizia ma casa per gruppi multietnici che lì trovano una propria identità e dimensione.

Liberamente ispirato da un soggetto di Roberto Rossellini si parte da Napoli dove Michelangelo (Ranieri) un attore non più giovanissimo che stenta a guadagnarsi la vita  continuando a recitare per strada ‘le storia di Pulcinella’. Con suo figlio Francesco (Domenico Balsamo) ha un rapporto difficile, ed il ragazzo che ha assistito ad un omicidio di mafia scappa a Parigi dalla sua amica Cecilia (Carla Ferraro).

L'ULTIMO PULCINELLA - locandina film

Il padre preoccupato lo raggiunge a Parigi dove ritrova un vecchio amico (Jean Sorel) professore alla Sorbona e Faiza, la sua assistente (Margot Dufrene) che lo aiuteranno a riconquistare la fiducia del figlio. Insieme conoscono una vecchia ex attrice (Adriana Asti) che adesso vive come proprietaria e custode in un teatro ormai decaduto ma pieno di fascino di questa banlieu. Sarà Cecilia che ha una grande influenza politica su molti giovani del quartiere magrebini, francesi, italiani, ad aiutarlo a realizzare un sogno di tanti italiani del passato, rimettere in sesto il teatro e riinaugurarlo con una pièce ispirata ad un soggetto inedito di Rossellini su Pulcinella.
Tra  tensioni  continue e scontri con la polizia nel quartiere Michelangelo creerà però un nuovo spazio dove la dignità e l’utilità dell’artista sia riconosciuta a Parigi come a Napoli, nell’Europa di oggi.

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L'ULTIMO PULCINELLA

E bella la difesa d’ufficio fatta da Scaparro che ha sottolineato come…

«la speranza che la voglia di vivere fa emergere in questo film aiuti teatro e cinema a frequentarsi di più perché il nemico è il castello dell’ignoranza e della violenza e si crei la possibilità che uomini di razze e culture diverse chiamino finalmente parole come arroganza, stupidità ed ignoranza col loro vero nome».

Scaparro, come mai adesso  quest’incursione nel mondo del cinema?

«In effetti in Italia il pubblico teatrale è superiore a quello delle partite di calcio. Non so se questa sia stata la spinta inconscia a fare questo film, molto diversa da quella di quando feci il Don Quichotte. In fondo non è un segreto che il linguaggio riprodotto si unisca a quello dal vivo. Una volta a Los angeles Spielberg che assisteva ad un mio spettacolo mi disse “sapessi quanto amo il teatro, quanto mi emozioni”. Facendomi capire come gli effetti speciali  nascano dal cuore e non dalla tecnica, come l’incontro tra teatro e cinema che avviene sull’onda dell’emozione. D’altra parte avevo già fatto cinema in passato e conto di rifare per lo meno un altro film nei prossimi vent’anni».

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