IL SOGNO DI UN MONDO LIBERO DALLA POVERTA’

\"Nuovo

L’occhio attento alle nuove economie, alle nuove politiche, ai nuovi pensieri.

Ogni mattina nasciamo un’altra volta.
Ciò che facciamo oggi è ciò che conta davvero.

Nuovomondo vuole essere  un’osservatorio, una lente di ingrandimento, una postazione d’avanguardia dove scorgere ogni giorno i semi del cambiamento e del rinnovamento economico, politico e culturale.  Uno spazio aperto dove ospitare i fermenti positivi del nostro mondo, ma anche un pit-stop per riflettere e pensare e guardare con occhi nuovi alla realtà che ci circonda.

 

LA BANCA CHE NON SBANCA

ARRIVA IN ITALIA LA GRAMEEN BANK

 
 
 

\"MuhammadIl personaggio lo conosciamo già per fama. La sua idea gli ha guadagnato il Nobel per la pace nel 2006. Pace come declinazione naturale di giustizia e pari opportunità per tutti e non come mera assenza di conflitti.
Stiamo parlando della carovana di speranza guidata da Muhammad Yunus, eufemisticamente e giornalisticamente definito: “Il banchiere dei poveri”.
Lui è un professore universitario originario del “quarto mondo” (Bangladesh), indottrinatosi alle scuole economiche occidentali del “primo mondo” (ha conseguito la laurea negli Stati Uniti).
Dopo gli studi, ritorna nel suo paese per concretizzare nella realtà quotidiana l’astrattezza delle teorie economiche apprese.
Ben presto, però, si accorge che tutto il compendio dottrinario non serve a dare risposte ai bisogni delle persone, specialmente se disagiate e indigenti e pertanto ai margini dei circuiti economici tradizionali.
Da professore diventa studente appassionato alla scuola della povertà.
Si inventa allora un sistema per offrire un’occasione di riscatto a chi è privo di ogni opportunità economica.
Individua nell’accesso al credito la molla per far risollevare le persone dalla soglia della povertà
Inverte così il tradizionale meccanismo bancario di erogazione dei prestiti, concedendo piccole somme senza garanzia a tutti quei soggetti che non sarebbero in grado di approntarne alcuna.
\"GrameenNasce così il microcredito che diventa l’attività privilegiata della Grameen Bank, che in bengalese significa banca rurale o del villaggio.
Il progetto di Yunus è quello di consentire ai più bisognosi di investire il denaro prestato nell’acquisto di un bene immediatamente produttivo e capace quindi di creare reddito.
Questo intervento spezza così la spirale perversa che condanna gli indigenti ai margini del processo produttivo, offrendo un’occasione preziosa per il raggiungimento dell’autonomia reddituale tramite l’esercizio dell’iniziativa economica.
L’altro pilastro del sistema è quello della natura delle garanzie. Si passa dalle tradizionali garanzie patrimoniali a quelle personali.
La Banca, infatti, eroga un prestito iniziale ad un gruppo di persone, che s’impegna, grazie anche alla solidarietà reciproca tra i rispettivi membri, a restituire le somme.
S’inserisce così nel mondo creditizio il principio rivoluzionario dell’affidabilità umana e non della garanzia economica.
Appena il primo gruppo restituisce il prestito, la banca eroga un nuovo credito nei confronti di un altro gruppo, con un meccanismo a rotazione che inizia dal gruppo maggiormente bisognoso.
Da quando è nata, nel 1976, la Grameen Bank ha registrato un tasso d’insofferenza pari soltanto all’1%. Ciò significa che più del 98 % dei prestiti erogati viene regolarmente restituito.

 
segue … >>>
 


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L’occhio attento alle nuove economie, alle nuove politiche, ai nuovi pensieri.

Ogni mattina nasciamo un’altra volta.
Ciò che facciamo oggi è ciò che conta davvero.

Nuovomondo vuole essere  un’osservatorio, una lente di ingrandimento, una postazione d’avanguardia dove scorgere ogni giorno i semi del cambiamento e del rinnovamento economico, politico e culturale.  Uno spazio aperto dove ospitare i fermenti positivi del nostro mondo, ma anche un pit-stop per riflettere e pensare e guardare con occhi nuovi alla realtà che ci circonda.

 

LA BANCA CHE NON SBANCA

ARRIVA IN ITALIA LA GRAMEEN BANK

 
 
 

\"MuhammadIl personaggio lo conosciamo già per fama. La sua idea gli ha guadagnato il Nobel per la pace nel 2006. Pace come declinazione naturale di giustizia e pari opportunità per tutti e non come mera assenza di conflitti.
Stiamo parlando della carovana di speranza guidata da Muhammad Yunus, eufemisticamente e giornalisticamente definito: “Il banchiere dei poveri”.
Lui è un professore universitario originario del “quarto mondo” (Bangladesh), indottrinatosi alle scuole economiche occidentali del “primo mondo” (ha conseguito la laurea negli Stati Uniti).
Dopo gli studi, ritorna nel suo paese per concretizzare nella realtà quotidiana l’astrattezza delle teorie economiche apprese.
Ben presto, però, si accorge che tutto il compendio dottrinario non serve a dare risposte ai bisogni delle persone, specialmente se disagiate e indigenti e pertanto ai margini dei circuiti economici tradizionali.
Da professore diventa studente appassionato alla scuola della povertà.
Si inventa allora un sistema per offrire un’occasione di riscatto a chi è privo di ogni opportunità economica.
Individua nell’accesso al credito la molla per far risollevare le persone dalla soglia della povertà
Inverte così il tradizionale meccanismo bancario di erogazione dei prestiti, concedendo piccole somme senza garanzia a tutti quei soggetti che non sarebbero in grado di approntarne alcuna.
\"GrameenNasce così il microcredito che diventa l’attività privilegiata della Grameen Bank, che in bengalese significa banca rurale o del villaggio.
Il progetto di Yunus è quello di consentire ai più bisognosi di investire il denaro prestato nell’acquisto di un bene immediatamente produttivo e capace quindi di creare reddito.
Questo intervento spezza così la spirale perversa che condanna gli indigenti ai margini del processo produttivo, offrendo un’occasione preziosa per il raggiungimento dell’autonomia reddituale tramite l’esercizio dell’iniziativa economica.
L’altro pilastro del sistema è quello della natura delle garanzie. Si passa dalle tradizionali garanzie patrimoniali a quelle personali.
La Banca, infatti, eroga un prestito iniziale ad un gruppo di persone, che s’impegna, grazie anche alla solidarietà reciproca tra i rispettivi membri, a restituire le somme.
S’inserisce così nel mondo creditizio il principio rivoluzionario dell’affidabilità umana e non della garanzia economica.
Appena il primo gruppo restituisce il prestito, la banca eroga un nuovo credito nei confronti di un altro gruppo, con un meccanismo a rotazione che inizia dal gruppo maggiormente bisognoso.
Da quando è nata, nel 1976, la Grameen Bank ha registrato un tasso d’insofferenza pari soltanto all’1%. Ciò significa che più del 98 % dei prestiti erogati viene regolarmente restituito.

 
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\"\"Dalla prima somma di 27 dollari concessi ad un donna di un villaggio del Bangladesh per avviare un‘attività di confezionamento di ceste, la banca di Yunus ha sinora accordato finanziamenti per un totale di 3.500 miliardi di dollari, riuscendo a risollevare dalla soglia della povertà circa un milione di persone.  
Adesso l’istituto mette piede in Italia, lanciando una scommessa avvincente in tempi di crisi economica ormai deflagrata.
La Grameen Bank ha avviato una serie di contatti con istituti di credito italiani ed è già stata approntata una sinergia con Unicredit e Università di Bologna per l’apertura della prima filiale italiana.
Lo stesso Yunus è arrivato nei giorni scorsi nel nostro paese e partecipando ad un convegno organizzato dalla Fondazione Cariplo ha annunciato la novità, spiegando anche i dettagli operativi.
La filiale italiana – ha spiegato il premio Nobel – non avrà una vera e propria licenza bancaria, ma sarà un’ONG che adotterà il metodo già seguito in altri paesi dalla Grameen Bank.
Il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti ha auspicato, tra l’altro, l’intervento di altri operatori bancari nell’iniziativa in modo da rendere più solido l’intero impianto e poter raggiungere un numero sempre crescente di persone.
Potrebbe essere per tutto il sistema bancario, un’occasione privilegiata per cambiare pelle e per ridare fiato all’economia reale.
Un vero cambio di rotta rispetto alle tradizionali politiche bancarie indirizzate soltanto a moltiplicare i profitti, per le tasche di pochi, e a frenare lo sviluppo, per il bene di tutti.

 

Giuseppe Rapè

mikronet

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