Meeting informativo di sensibilizzazione su una specie a rischio estinzione
L’esperienza sarà presentata il 9 ottobre in Castello
In Sudafrica a tu per tu
con lo Squalo bianco
L’insolita avventura del mirandolese Giglioli
Per gentile concessione de “L’Indicatore Mirandolese“
(Fabio Montella) – A tu per tu con il Grande squalo bianco, il più imponente pesce predatore del pianeta. E’ quanto accaduto al mirandolese Daniele Giglioli, impiegato nel settore commerciale della Carrozzeria Barbi, che da anni coltiva la passione per le immersioni. Lo scorso mese di marzo Giglioli ha partecipato ad un’affascinante spedizione scientifica in Sudafrica, i cui risultati presenterà il prossimo 9 ottobre, attraverso una serie di immagini, nell’Auditorium del Castello Pico (ore 20.30) a Mirandola (MO). Con questa iniziativa pubblica il mirandolese e i suoi compagni di viaggio vogliono trasmettere alcune delle incredibili emozioni che hanno provato. «C’erano squali lunghi fino a sei metri e mezzo. – spiega Giglioli – Quando uno di questi esemplari toccava la gabbia di sicurezza nella quale facevamo le immersioni, era come stare in una lavatrice…».
L’appassionato sub, che ha fatto le sue prime immersioni con la “Manta”, era aggregato a una spedizione scientifica guidata da Primo Micarelli, biologo marino e curatore di acquari pubblici, e formata anche dai ricercatori Emilio Sperone (Università della Calabria), Sara Andreotti (Università di Trieste) e Sara Spinetti (Acquario Lagunare di Orbetello) e da Enrico Rabboni, fotografo e cineoperatore.
Tutti i componenti della spedizione saranno presenti a Mirandola venerdì 9 ottobre. «L’iniziativa – prosegue Giglioli – aveva lo scopo di conoscere meglio il comportamento degli squali bianchi ed anche di sfatare alcuni luoghi comuni che li riguardano». L’obiettivo è quello di aggiungere elementi che consentano di preservare questa magnifica specie.
La spedizione era la sesta di una serie promossa dall’associazione Posidonia in collaborazione con Shark Diving Unlimited. «Nel corso delle sei spedizioni effettuate – dicono gli organizzatori – sono stati osservati esemplari allo stato libero lungo la costa sud-est del Sudafrica». Le missioni scientifiche partono generalmente da Gansbaai, piccolo centro marittimo a circa 200 km da Città del Capo. «Gli studi – fanno osservare i ricercatori – confermano che il comportamento predatorio e sociale degli squali bianchi è più complesso di quanto si potesse pensare: Essi, in particolare, cercano di massimizzare i risultati dell’attività predatoria con il minimo dispendio energetico, valutando sia la capacità di reazione della preda sia il suo valore nutrizionale. Durante le spedizioni è stato possibile osservare come gli animali appaiano cauti nell’approccio iniziale e diventino più decisi una volta valutata la consistenza della preda e la minima resistenza opposta all’attacco. Questi animali sembrano guidati da una strategia basata su due principali sensi, olfatto e vista, e operano solo raramente per attacchi improvvisi, veloci e con importante dispendio energetico».
Giglioli e i ricercatori sono partiti a bordo di un cabinato di 8 metri di lunghezza, il “Barracuda”, e hanno raggiunto l’isola di Dyer, a circa 5 miglia al largo di Gansbaai, per l’osservazione degli squali che gravitano intorno all’adiacente isola di Geyser Rock, popolata da un’importante colonia di leoni marini (circa 60 mila esemplari), che costituiscono la “benzina” dei grandi predatori.