Ricordando Sarah… dopo quei 42 giorni
(Il commento di Gicar) – La realtà spesso supera la fantasia. La cronaca va oltre ogni possibile orrore immaginabile. La libertà di stampa e il dovere di informare affinché tutti sappiano, talvolta, si incrocia nelle remore degli operatori dell’informazione di dover far ad ogni costo cassa di risonanza per fatti che lacerano le coscienze fino a ridurle ai brandelli di uno straccio squarciato e consumato. Anche per chi la penna, la macchina per scrivere ed il computer sono diventati nel tempo un mestiere, un abitudine o un “vizio assurdo” non è sempre facile riportare asetticamente quanto le quotidiane verità ci sbattono in faccia. Si preferisce, talvolta, sublimare in versi di poesia od armonie musicali ciò che sfugge ad ogni possibile comprensione nell’angoscia turbolenta del dubbio, al di là delle aberrazioni più infami, che anche nella normalità apparente, inconsapevolmente, si possa fare, ogni giorno, del male a chi ci circonda… perché non ci rendiamo conto o non vogliamo ammettere di essere, “semplicemente”, quello che siamo…
A SARAH SCAZZI – di Federica Volpe
Pubblicato da Federica Volpe, venerdì 8 ottobre 2010 10:43
http://federicavolpe-poetry.blogspot.com/2010/10/sarah-scazzi-di-federica-volpe.html
E’ scappata, pensavo,
è scappata lontano lontano,
ora prende un uomo per mano,
forse sbagliato. Forse sbagliavo.
Ora Sarah è un corpo che cresce
senza volto, così innaturale.
Ora Sarah è un corpo ovale,
feto di male che a morte i mesce.
Perdonami Sarah, per quella favola
agrodolce che ti ho dato senza peso,
e che ora è morta con te sulla tavola
d’obitorio già imbandita, gesto inatteso.